Giuseppina, detta Peppina

Testimonianza indiretta in forma di intervista con l’ausilio di un congiunto della sig.ra Giuseppina, a cura di Felisia Trotta – Classe 3°C – Scigliati – I.C. Carducci Capaccio Capoluogo

Ciao! Sono Felisia ho 13 anni e vi voglio far ascoltare questa intervista!

Oggi, qui con noi abbiamo la testimonianza di una signora che ha lavorato tanto tempo fa nell’ex tabacchificio di Cafasso.

Intervistatrice: Salve signora! Come si chiama?

Signora: Mi chiamo Giuseppina, ma mi chiamavano Peppina.

Intervistatrice: Quanti anni ha?

Signora: Grazie! Ho 83 anni e sono del 1940.

Intervistatrice: Come si lavorava qui? Nell’ex tabacchificio?

Signora: Ci stancavamo molto, sotto il sole cocente a infilare le foglie in polletti alti e lunghi.

Intervistatrice: Va bene, quindi era molto stancante! A che età faceva questo lavoro?

Signora: Ho iniziato a 30 anni e ho finito a 60!

Intervistatrice: Ok! Quanti soldi guadagnava?

Signora: Guadagnavo 19.000 mila lire, cioè circa €9,50.

Intervistatrice: Guadagnava davvero poco! E avevi una compagna con cui ti trovavi di più?

Signora: Sì, tenevo tantissimo a lei, si chiamava Gianna!

Intervistatrice: E ora lei come sta?

Signora: Lei ora non c’è più, ma ricordo che ci lamentavamo un pò dello stipendio e mentre levavamo le foglie parlavamo dei fatti nostri e ci divertivamo molto  insieme!

Intervistatrice: Che bei ricordi! Quante ore lavorava lei?

Signora: Io lavoravo 8 ore, dalle 08:00 alle 16:00.

Intervistatrice: Ok! E cosa facevate in tutto questo tempo?

Signora: Nella prima fase bisognava infilare le foglie in polletti dopo l’essiccatura c’era “la sfogliata” e alla fine le foglie  venivano messe in cassette.

Intervistatrice: WoW! Ti piaceva il tuo lavoro?

Signora: Si mi piaceva lavorare. Ricordo tante compagne, tanti sorrisi ed emozioni. Ricordo che non c’era cattiveria né invidia ma che ci aiutavamo secondo il bisogno e se c’era qualcuna che non si sentiva bene facevamo il possibile per aiutarla. Eravamo una famiglia…

C’era l’amore nell’aria e non la rabbia, l’invidia e la gelosia che purtroppo oggi sentiamo molto spesso!

Intervistatrice: Bene! E’ perché lavoravi?

Signora: Lavoravo perché mi piaceva mi sentivo utile e secondo perché giustamente servivano i soldi a me, i miei figli e mio marito!

Intervistatrice: Cosa vuole insegnare alle nuove generazioni?

Signora: Vorrei dire loro che devono abituarsi a lavorare sin da piccoli e che devono usarne di meno i telefonini, perché hanno tanto tempo e invece di stare lì vicino si devono abituare ad imparare l’arte e metterla da parte!

Intervistatrice: Ok! Grazie di vero cuore, la sua testimonianza è molto preziosa per tutti noi!